http://www.semprelastessastoria.com/wunderkammer-2-0/
2. un'altra recensione scritta da Massimo Duranti, critico d'arte, giornalista
e direttore del trimestrale''ContemporArt''
lunedì 27 ott. 2014 Corriere dell'Umbria
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1, una recensione di Fabio Torrico nel sito dell'ass. Skunk
http://www.semprelastessastoria.com/wunderkammer-2-0/ 2. un'altra recensione scritta da Massimo Duranti, critico d'arte, giornalista e direttore del trimestrale''ContemporArt'' lunedì 27 ott. 2014 Corriere dell'Umbria
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exhibition " WUNDERKAMMER 2.0 "
di GRIMM TWINS luogo: Ex Oratorio di Sant’Antonio. Corso Bersaglieri Perugia data: ven.17 - dom. 26 ottobre 2014 inaugurazione: Venerdì 17 ott. ore 17.00 a cura di Michela Eremita (direttrice del Museo d’Arte per Bambini S.M.S.Siena http://www.santamariadellascala.com/w2d3/v3/view/sms2/home--0/index.html) La meraviglia di meravigliarsi. Lo sguardo, il gesto, o semplicemente la sensibilità aperta alla meraviglia è conditio di apertura, disponibilità e... di sguardo bambino, nel senso di accoglienza del nuovo con stupore e scoperta. “La meraviglia” reca in sé la leggerezza, la gioiosa leggerezza di chi nello stupore sospende la propria conoscenza e si arrende a qualcosa di nuovo che proprio in quanto tale apporta elementi non conosciuti, creando come conseguenza accumulo, mescole, contaminazioni, conoscenze... La Wunderkammer ha per natura (e la sua lunga storia lo racconta con dovizia di particolari) la vocazione della raccolta delle meraviglie per meravigliare/meravigliarsi. Presuppone sguardo, gesto e sensibilità sia per uso "privato" e personale sia quando l’operazione è destinata ad altri sguardi (con l’intento di muovere altrettanto sentimento). Osservare una Wunderkammer è entrare in stanze private, segrete dove il segreto dell’accumulo è nella caparbia ostinazione di raccogliere il più possibile su uno stesso soggetto e dalle sue variazioni sul tema. Si entra in un mondo sconosciuto e si percorre un viaggio segnalato da piccole e/o grandi pietre miliari che assumono la forma di tutto ciò che ha segnato profondamente l’incanto personale. Viaggi circolari, con un “eterno ritorno dell’identico”, apparentemente controllati nello spazio perché risolti nelle stanze, ma non per questo incapaci di farti volare e sognare, perché è questo l’esercizio richiesto. Barbara Lachi e Ayumi Makita ci trasportano nelle loro stanze segrete, fatte ad arte e con arte. Lo fanno con la leggerezza che le distingue e con tutta l’arte che le distingue, riuscendo a calibrare il gesto senza farlo mai diventare eccessivo e ripetitivo, ma regalando, attraverso tecniche sapienti, quel soffio di creatività che ci obbliga a riflettere che solo attraverso di essa si può raggiungere qualcosa di non immaginato. Perché l’arte è mirabilia. Michela Eremita |
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